Sbandieratori e Musici Città Regia

Il Gruppo

Il gruppo, che richiama nei costumi i colori giallo e rosso dello stemma della "Città de la Cava", si compone di un nutrito e selezionato numero di giovani divisi tra sbandieratori, alfieri, trombettieri e tamburini. In questi anni, inoltre, l'Ente ha ampliato i suoi orizzonti formando un corteo storico composto da più di 200 figuranti, frutto di un'accurata ricerca storica incentrata sui costumi d'epoca.
Il Nome del Gruppo si deve ad un diploma della regina aragonese Giovanna II datato 10 luglio del 1432. In tale documento, la sovrana dichiarò che la Città de la Cava doveva essere mantenuta sotto il dominio diretto della Corona Spagnola, e, per questo motivo, fu definita "Città Regia". L'esordio degli alfieri di "Città Regia" fu bagnato in un freddo 17 gennaio del 1997 a Giovi, frazione collinare di Salerno. Di lì in poi, però, è stata una vera e propria escalation che ha visto il gruppo protagonista in manifestazioni sia in Italia che all'estero. Nel mese di marzo del 1998, infatti, "Città Regia" ha fatto volare le proprie bandiere nel cielo di Castellon de la Plana, in Spagna, per un importante festival del folklore. Evento che si è ripetuto, tra l'altro, anche nella primavera del 2004. Il folklore del gruppo, di antica origine militare e religiosa, si esprime attraverso le coreografiche e multicolori bandiere. Costumi, bandiere, strumenti musicali sono oggetto della più attenta e riproposta su fonti di storia locale. Il gruppo può esibirsi in qualsiasi manifestazione organizzata in un luogo chiuso o aperto, su piazza o palcoscenico.

Anno per anno

La nostra storia

La nostra sede

Ex-Mattatoio Comunale

Il 27 dicembre 2003 è stata inaugurata la nuova sede dell’Ente culturale Sbandieratori e Musici “Città Regia” , sita a Cava de’Tirreni in via Caliri, e dedicata a Gino Avella. Situata all’interno di una struttura di grande valore storico, “l’ex-mattatoio comunale”, i locali sono stati trasformati in sale espositive tutelando e valorizzando un pezzo del patrimonio storico-urbanistico. La realizzazione della “Sala Gino Avella” rappresenta un ottimo esempio di incontro tra un ente pubblico ed un ente privato. Infatti, i locali in cui è stata concepita l’iniziativa sono stati concessi dall’Amministrazione Comunale, retta dall'allora sindaco Alfredo Messina, con una delibera della giunta comunale.

Dedicato alla memoria

Sala Gino Avella

Così, dopo un periodo di lavoro durato quasi un anno, l’ex mattatoio cittadino si è trasformato in un prezioso punto di riferimento per molti giovani della valle metelliana. Ma i locali ospitano, soprattutto, una mostra del costume d’epoca, rinnovata annualmente che ripercorre i due momenti storici principali della città di Cava de’Tirreni: “La consegna della Pergamena Bianca da parte di Ferrante D’Aragona nel 1460” e “La Peste del 1656”.

Una ricerca durata anni

La Storia di Cava

Tali avvenimenti si concentrano tra i mesi di giugno e luglio. Poi, nel corso dell’anno non resta traccia. Per questo, la necessità di assicurare alla città, ma soprattutto ai suoi turisti, un “approdo sicuro” dal quale attingere l’importanza di quelle pagine storiche. L’obiettivo è quello di proporre una rievocazione storica statica, con una ricostruzione teatrale di episodi realmente accaduti. La fedeltà storica dei fatti inscenati è il frutto di una meticolosa ricerca d’archivio, dello sforzo creativo per adattare gli antichi scritti alle esigenze scenografiche, della paziente realizzazione e del coordinamento dei costumi e degli allestimenti d’epoca al fine di rendere quanto più realistica la testimonianza di quegli avvenimenti.

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